150 anni di Italia unita

Il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia è un’occasione preziosa per una realtà culturale come l’IBC, presente sul territorio regionale con la quotidiana finalità di contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione della memoria e della storia dell’Emilia-Romagna, nelle cui pieghe sono numerose le componenti della vicenda risorgimentale.

Catalogando libri, stampe, oggetti, allestendo musei dedicati al Risorgimento, curando pubblicazioni e ricerche, l’IBC ha creato negli anni una sorta di inventario del territorio e della sua storia culturale e civile, e respira da sempre il clima dell’Unità: sulle note di Verdi e nelle pagine degli uomini di cultura, come nelle immagini di illuminate figure di patrioti.

I musei del Risorgimento in Emilia-Romagna

 

Faenza, Museo del risorgimento e dell'età contemporanea, bandiera tricolore (1861)I Musei del Risorgimento sono il primo esempio di rappresentazione museale della storia contemporanea italiana: furono infatti gli stessi protagonisti delle vicende risorgimentali che vollero tramandare l’epopea dell'unificazione appena compiuta attraverso l’allestimento di questi musei, insieme ad altri significativi interventi, come la nuova toponomastica delle città e i monumenti dedicati ai Padri della Patria.

L’Esposizione nazionale di Torino del 1884 costituisce la prima tappa di una valorizzazione pubblica della storia del Risorgimento e si può considerare come il punto di partenza dei Musei del Risorgimento. Molto importante, per la nostra regione, fu anche l’Esposizione generale di Bologna del 1888.

Questi musei sono giunti fino a noi attraverso modificazioni e interpretazioni che hanno mutato, ovviamente, l’impianto originario: nonostante questo, però sono ancora in grado di testimoniare delle scelte di fondo e di un linguaggio, allora molto innovativo, che aveva come obiettivo un’educazione patriottica degli italiani. 

Gli elementi caratterizzanti:

 

Ravenna, Museo del risorgimento, esposizione di uniformi, armi e altri cimeli

Possiamo identificare gli elementi caratterizzanti di questi musei nella tipologia dei materiali esposti (con la netta prevalenza di armi, divise e militaria in genere) e nell’ampio utilizzo dipinti, stampe, fotografie, lettere e cimeli personali, presentati in un allestimento molto affollato.
Un allestimento da cui dovevano emergere le gesta dei patrioti, i loro sacrifici e le loro sofferenze: ovvero il codice simbolico della memoria del Risorgimento.

Nella nostra regione, oggi, sono una decina i veri e propri musei dedicati al periodo risorgimentale, a cui si affiancano numerose raccolte: a partire dal 1998 sono stati oggetto di interventi di catalogazione informatizzata, con il duplice scopo di far conoscere il patrimonio storico conservato e di renderlo fruibile al di là delle condizioni di accessibilità dei musei stessi.

Le schede di presentazione di queste realtà museali e i rimandi puntuali alla preziosa mole di documenti, testimonianze e cimeli che essi custodiscono sono accessibili a tutti grazie al Catalogo del patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna.

 

Le biblioteche dell’Emilia-Romagna per il Risorgimento

 

Frontespizio di un volume del Fondo Comandini conservato presso la Biblioteca Malatestiana di CesenaLe biblioteche dell’Emilia-Romagna conservano un ingente patrimonio di libri, riviste, pubblicazioni e documenti risalenti al periodo risorgimentale, nonché sul Risorgimento, che, grazie a un ormai pluridecennale lavoro di catalogazione, è oggi reso in gran parte accessibile tramite i cataloghi online e messa a disposizione di tutti i cittadini.

I cataloghi dei sistemi bibliotecari territoriali dell’Emilia-Romagna possono essere interrogati contemporaneamente, tramite il motore di ricerca estesa Sebina-Open Search “Risorse culturali e servizi in rete”.

 

 

L'Unità attraverso gli archivi

 

Copertina Qante storie nella storiaNata nel 2002 con l’intento di presentare l’attività didattica svolta dagli archivi storici del territorio regionale e di sottolineare la proficua sinergia tra archivi e scuola, Quante storie nella storia. Settimana della didattica in archivio ha acquisito via via, grazie ad una sempre più stretta collaborazione con gli Archivi di Stato e le Province, ulteriore slancio e maggiore visibilità.
La ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ha suggerito quest’anno a molti partecipanti di incentrare la propria attività su aspetti relativi alla storia risorgimentale e post-unitaria, su monumenti ad essa dedicati e sull’analisi di aspetti particolarmente importanti per la costruzione dell’Italia Unita: dal tricolore all’unità amministrativa, dalla realizzazione di nodali vie di comunicazione alla toponomastica dei luoghi e dei personaggi protagonisti di questo periodo storico. Non mancano tuttavia percorsi, attività, conferenze e laboratori relativi ad altri temi o pensati per avvicinare all’archivio oltre a docenti e ragazzi, un pubblico di adulti interessati a riscoprire le testimonianze del passato nelle carte degli archivi storici.

Allegati: Quante storie nella storia 2011 (pdf3.18 MB)

 

Approfondimenti:

 

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ultima modifica 2024-02-19T15:09:49+01:00
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