PARSJAD - Progetti per la didattica del patrimonio archeologico
Nella sua fase iniziale, l'azione è stata indirizzata ad acquisire documentazione testuale e iconografica e a realizzare un pacchetto riproducibile di iniziative e attività educative afferenti a due grandi aree tematiche:
- l'archeologia del cibo, con particolare riferimento alle strutture di conservazione e ai prodotti che ancora oggi sono realizzati secondo tecniche tradizionali e che dunque diventano essi stessi oggetto di valorizzazione culturale;
- l'archeologia delle risorse idriche, con particolare riferimento ai manufatti che utilizzino l’acqua come risorsa per la vita e lo sviluppo delle comunità.
Per ciascuno dei due tematismi, sono state previste l’attenta individuazione delle evidenze storico-archeologiche da valorizzare, la focalizzazione di contenuti o itinerari narrativi attorno a cui aggregare dati e informazioni, la costruzione di una griglia di relazioni (con il paesaggio, con il territorio, con i saperi, le tradizioni, le vocazioni produttive, le istituzioni culturali) tali da conferire sistematicità alla proposta educativa e da favorire una fruizione integrale dell’eredità culturale complessiva dell’areale di riferimento, la realizzazione di un corredo documentario esaustivo dal punto di vista descrittivo, iconografico e grafico; l’evidenziazione di elementi, aspetti, circostanze che, nell’ambito dei filoni tematici indicati, incrementano la visibilità e valorizzano ulteriormente i rapporti e i collegamenti culturali intercorrenti fra il territorio emiliano-romagnolo e l’areale del Parco Archeologico dell’Alto Adriatico complessivamente inteso.
Il contesto di riferimento
I musei, le aree archeologiche, i centri urbani e i complessi storici custodiscono un gran numero di reperti di ogni epoca legati alla conservazione e al trasporto di prodotti alimentari, e spesso nei nostri borghi, nei castelli e nelle nostre città vengono scavate e/o restaurate strutture per la lavorazione e la conservazionedi prodotti commestibili senza in realtà soffermarsi sulle loro caratteristiche “tecnologiche”, che permetterebbero di valutare la durata e l’efficacia della conservazione, di comprendere meglio quali prodotti e in quali stagioni venivano consumati e in definitiva di fare interessanti osservazioni sullo sviluppo socio-economico dei singoli centri urbani o di territori più estesi.
La grande distanza cronologica che separa, ad esempio, la stesura del De re rustica di Columella (Gades, 4-70 d.C.) e La Scienza in cucina e l'Arte di Mangiar bene di Pellegrino Artusi (Forlimpopoli, 1820; Firenze, 1911) si riduce sorprendentemente leggendo i metodi di conservazione dei cibi che tali testi propongono, poiché la vera rivoluzione, ossia l’introduzione su scala industriale della sterilizzazione e della catena del freddo, appartengono ai decenni successivi rispetto al ricettario di Artusi. E' dunque assai suggestivo considerare questi due autori come emblemi di un percorso di studio che prenda in esame unaparte assai trascurata, ma così importante, della cultura materiale dalla preistoria fino alla modernità: infatti, l’accesso alle risorse alimentari e la possibilità di accumularle comporta, in ogni società e in ogni epoca, il passaggio da un’economia di sussistenza a forme più articolate di convivenza.
È dunque importante far conoscere e riscoprire al pubblico, con percorsi didattici pensati per le scuole, ma anche per gli adulti, la sapienza tecnologica che sta dietro a produzioni artigianali per noi divenute tradizionali, e che in molti casi sono nate col solo scopo di prolungare la vita dei prodotti edibili.
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Approfondisci gli output della prima fase progettuale
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Consulta il DVD "Conservare il cibo. Da Columella ad Artusi"
Il progetto PARSJAD
Il progetto nasce dalla volontà condivisa di valorizzare, in un’ottica globale e attraverso azioni comuni, le numerose realtà archeologiche presenti nell’area costiera e nell’entroterra dell’alto Adriatico, dall’Emilia Romagna all’Istria slovena, attraverso una serie di attività e di strumenti, anche tecnologicamente avanzati, che mirino ad acquisire una migliore conoscenza del paesaggio antico di questi territori, con finalità di salvaguardia e promozione culturale dei siti individuati.