Il Museo del Castello di Bagnara compie dieci anni
Quando nel 2005, all’interno della Rocca sforzesca, ebbe luogo la prima inaugurazione di uno spazio archeologico permanente, in cui confluivano gli esiti delle indagini iniziali nella motta di Prati di Sant’Andrea e una serie di dati relativi all’antropizzazione di questa parte della Bassa Romagna nei secoli precedenti l’Alto Medioevo, era chiaro negli intenti del Comune di Bagnara e dell’Istituto Beni Culturali, chiamato ad affiancarlo in un progetto impegnativo per durata e ambizione degli obiettivi, che la circostanza sarebbe stata solo il passo d’esordio di una musealizzazione globale del Castello sino alla sua trasformazione in una realtà museale unica nella sua fisionomia caratterizzante, nella quale si sarebbero ripercorse senza soluzione di continuità le vicende del territorio, restituendo alla straordinaria architettura difensiva la sua funzione di luogo emblematico della comunità locale.
Negli anni trascorsi da allora, l’impegno è stato costantemente confermato sia da parte delle Amministrazioni che si sono avvicendate nel governo della città, mostrando di credere fermamente al senso e al significato di questa operazione culturale, sia da parte dell’IBC che non ha fatto mai mancare il suo apporto tecnico-scientifico, né il sostegno garantito dalla programmazione annuale e poliennale in attuazione della LR 18/2000.
Se si scandiscono le tappe principali di questo percorso - 2008 nascita ufficiale del Museo del Castello di Bagnara, 2010-2011 coinvolgimento del museo nel progetto europeo di cooperazione regionale “PARSJAD – Parco Archeologico dell’Alto Adriatico, sfociato in un nuovo assetto espositivo che illustrava e contestualizzava le monete rinvenute in territorio bagnarese sia attraverso rinvenimenti fortuiti sia grazie a prospezioni programmate e indagini archeologiche vere e proprie, 2012 realizzazione della sala del mastio dedicata ai “Signori della Rocca”, ovvero ai personaggi che vi hanno regnato, fra i quali emergono le figure di Caterina Sforza e di Giovanni Maria Mastai Ferretti, vescovo di Imola e futuro papa Pio IX – non sarà difficile intravedere un fil rouge che non si è mai spezzato in dieci anni di lavoro intenso, ma davvero gratificante.
E non è tutto, perché con un ulteriore traguardo nell’ultimo livello del mastio è stato completato “L’archivio della Memoria”, uno spazio ove diverse fonti documentarie materiali e virtuali si interfacciano e interagiscono per dare vita a una molteplicità di narrazioni che hanno come focus Bagnara, i suoi cittadini, gli eventi che hanno attraversato la comunità, i diversi momenti e aspetti della sua realtà sociale, economica, culturale.
Anche il lavoro di arricchimento della conoscenza è proseguito infaticabile. Il museo è stato dotato di una guida a stampa grazie all’impegno della Provincia di Ravenna, le collezioni museali esposte hanno ricevuto una completa schedatura digitale e vengono rese disponibili alla consultazione via web attraverso il portale PatER – Catalogo del Patrimonio Culturale dell’Emilia-Romagna, le indagini nella motta di Prati di Sant’Andrea coordinate dalla competente Soprintendenza sono continuate conseguendo significativi risultati sulle origini di Bagnara, assiduo è stato anche il recupero delle altre testimonianze storiche e artistiche che il territorio racchiude. Per finire, l’Amministrazione comunale ha messo in cantiere una pubblicazione dove dar conto delle molte e significative acquisizioni relative al patrimonio archeologico riunite grazie alle attività promosse nel decennio.
Per “festeggiare” questo primo compleanno, ma anche per rinnovare l’impegno che ha visto operare in stretta collaborazione il Comune, l’Istituto Beni Culturali, gli Uffici della tutela del patrimonio, il weekend del 14-15 aprile è stato contrassegnato da una serie di appuntamenti fra i quali un incontro sul tema “Il patrimonio archeologico bagnarese nel decennale dell'inaugurazione del Museo del Castello” con un intervento di Fiamma Lenzi dell’IBC e una conferenza di Chiara Guarnieri della Soprintendenza SABAP BO, seguito da una visita al Museo, dove è stata inaugurata l’esposizione di un ex voto fittile rinvenuto in territorio bagnarese, di grande interesse per la storia della romanizzazione del territorio romagnolo e che per tale motivo ha fatto parte della mostra "Roma e le genti del Po. Un incontro di culture. III-I secolo a.C.", tenutasi a Brescia nel 2015-2016.