Avventure tra le carte / A tu per tu con il Fondo “Gianni Celati” nella Biblioteca “Panizzi” di Reggio Emilia

Attraversando la grande pianura che va da Piacenza a Rimini “vedrete case o cascine sperdute in lontananza, isolate l’una dall’altra, ma dentro un reticolato di strade dritte che le situa nello spazio come su una scacchiera; e soltanto quando un canale o corso d’acqua viene a interrompere la simmetria della scacchiera, troverete una strada che divaga in tracciati curvilinei e irregolari, dandovi improvvisamente un senso di avventura nell’imprevisto”.

Sono parole di Gianni Celati, il narratore che, ancora in vita, ha deciso di donare il suo archivio e la raccolta dei suoi libri alla Biblioteca “Panizzi” di Reggio Emilia. Qui, dopo l’inventariazione (un ordinamento che produce anch’esso una sorta di “scacchiera”), documenti e volumi sono stati messi a disposizione di chiunque voglia consultarli, magari per avventurarsi in scoperte impreviste.

Gianni Celati - foto di Luciano Cappelli / permesso di Paola Lenarduzzi

Il fondo documentario comprende circa 1.500 carte e 80 quaderni. Si tratta di manoscritti, taccuini, copie di racconti e saggi pubblicati in riviste, ma non mancano cartoline e carteggi. Sfogliandoli si può ricostruire il terreno di coltura delle narrazioni di Celati, ripercorrere la preparazione dei film realizzati o progettati, sbirciare tra le bozze delle sue traduzioni, scoprire annotazioni che possono far luce sugli snodi della sua vita e sulle sue amicizie, come quella fondamentale con il fotografo Luigi Ghirri, di cui la “Panizzi” conserva ben 180.000 originali.

A unire i due amici era la stessa libertà dello sguardo, una passione che negli anni Ottanta del secolo scorso li portava a viaggiare su e giù per la Via Emilia, come esploratori di un pianeta sconosciuto, privilegiando l’esperienza dei luoghi: camminare e respirare al loro interno, senza chiudere, nella gabbia del giudizio, ciò che appare agli occhi.

Nell’inventario del Fondo “Celati” troverete anche il dattiloscritto del testo citato all’inizio, che la rivista “IBC” pubblicò nel 1997. Era dedicato agli “ultimi contemplatori”, figure a cui sia lo scrittore che il fotografo si sentivano imparentate: “Ne ho visti tanti contemplatori del genere, pensionati solitari in bicicletta, vecchi che difendono il loro isolamento con comiche battute dialettali, oppure chiusi nei loro pensieri e senza voglia di rispondere, assorti davanti a uno slargo del fiume”.
“Sono loro” ‒ concludeva ‒ “i veri esperti dei luoghi, gli osservatori più attendibili, gli ultimi spiriti fantastici della nostra regione”.

La Biblioteca “Panizzi”, con i suoi archivi, vi aspetta a Reggio Emilia. Per leggere e ascoltare interamente “Gli ultimi contemplatori” ci sono le due puntate pubblicate nei “Racconti d’autore” di RadioEmiliaRomagna (prima puntata / seconda puntata).


Foto > Gianni Celati - foto di Luciano Cappelli / permesso di Paola Lenarduzzi 


L’autore del testo ha verificato per quanto possibile le fonti documentarie e i crediti iconografici utilizzati; eventuali modifiche e integrazioni possono essere richieste contattandolo:

Vittorio Ferorelli

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